Kids Fashion Renting: la moda sostenibile per l’abbigliamento dei bambini

21 Ottobre 2021
Kids Fashion Renting: la moda sostenibile per l’abbigliamento dei bambini

Scomoda ma precisa e veritiera, la ricerca condotta dalla Sveriges landbruksuniversitet di Uppsala, ha messo in luce come, in una casa con figli, si produca il 26% di emissioni inquinanti in più rispetto ad una famiglia composta da sole due persone. Come fare allora per ridurre il proprio impatto sull’ambiente? Le scelte da attuare sono tante e valide: dai pannolini lavabili all’utilizzo di materiali sostenibili per la cameretta o per i giochi. Non solo: un trend sempre più in crescita, capace di guardare all’ambiente con attenzione, è il “kids fashion renting”. In cosa consiste questa soluzione? Di fatto nell’acquistare scarse quantità di capi di abbigliamento per i piccoli e optare per quelli di seconda mano o a noleggio. 

Secondo il quotidiano britannico The Guardian in soli due anni di vita un bambino utilizzi circa 280 capi d’abbigliamento, uno ogni due giorni e mezzo circa. Di questi solo il 15% viene donato o riciclato, mentre la restante parte finisce in discarica. 
Secondo il Financial Times, però, il noleggio degli abiti per bambini è un “un settore in rapida crescita”. A confermarlo anche i dati di Ebay, che ha registrato un aumento del 76% sulle vendite di childrenswear second-hand, mentre Bundlee, un servizio di noleggio di abbigliamento in abbonamento per bambini fino a due anni, ha aumentato il giro d’affari del 250% nell’ultimo anno. Secondo il 2021 resale report di Thredup una mamma su due con bambini piccoli prevede di spendere di più per l'usato nei prossimi cinque anni.

Orientarsi sul kids fashion renting e sullo stile second-hand rappresenta una scelta fondamentale: si tratta di un grosso beneficio non solo a livello economico per le singole famiglie, ma anche in tema di Sviluppo Sostenibile. Si tratta infatti di una importante passo in termini di economia circolare, valutazione fondamentale se consideriamo che il World Economic Forum ha sottolineato come attualmente le emissioni dell’industria delfashion sono il doppio rispetto a quelle da raggiungere entro il 2030 per rispettare gli Accordi di Parigi. 

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